Bologna | Chiuso il «Bologna Market» per la vendita di prodotti scaduti
Era gestito da due uomini cinesi di 55 e 33 anni che sono stati multati
L'intervento del Nas per la procedura di verifica della qualità e della
freschezza dei prodotti disposti sugli scaffali. L'esercizio e la merce
(del valore di 800 mila euro) sono stati sequestrati
BOLOGNA | Quando si tratta di prodotti alimentari, l'Italia è senza dubbio il paese più intransigente sulle norme che regolano la produzione, la distribuzione e la vendita. Norme che in parte derivano dall'omologazione verso una normativa più grande, quella comunitaria, ma che in altra misura derivano da una tradizione tutta italiana che vuole che sugli scaffali dei supermercati e dei centri commerciali vi siano prodotti freschi e genuini. E l'Italia, a causa della globalizzazione, ma anche a causa di una immigrazione che non sempre consente ai cittadini extracomunitari di integrarsi perfettamente con le rigide regole italiane, in questo momento si trova ad affrontare due grossi problemi: il primo, quello dei prodotti a marchio nazionale che in realtà non sono frutto di una lavorazione made in Italy, ma il frutto di speculazioni da parte di imprenditori esteri poco corretti che cercano di riprodurre il parmigiano a denominazione protetta producendo in realtà un formaggio che di protetto non ha nulla. Non solo. Talvolta accade che (non all'estero, in Italia) cittadini extracomunitari aprano un'attività commerciale specie nei capoluoghi di provincia, o meglio ancora nei capoluoghi di regione quali Bologna, senza però rispettare le norme italiane che non consentono di allungare il periodo di vita e commercializzazione di un prodotto oltre la sua scadenza, tanto meno di taroccarne la data.
L'ultimo episodio risale a ieri, quando nel pomeriggio un uomo originario di Rimini, ma residente a Bologna, di 42 anni, aveva segnalato ai carabinieri un problema connesso ad alcuni generi alimentari che la moglie aveva acquistato presso una rivendita alimentare gestita da cittadini cinesi. La spesa che la donna aveva realizzato per un importo di 32 euro sarebbe stata quasi certamente avariata, sia perché scaduta sia perché non rispettava le norme igienico-sanitarie indicate per questo tipo di esercizi. La donna si era accorta solo dopo aver ingerito degli arachidi da un sacchetto sul quale era indicata una data di scadenza precedente, il 28 marzo, e della quale la donna si è accorta non prima di aver assaggiato il prodotto dal sapore alterato.
I carabinieri hanno quindi effettuato un controllo recandosi presso il negozio segnalato in via del Lavoro a Bologna, denominato «Bologna Market», dove alla presenza dei due gestori, Z. L. di 55 anni e X. Z. di 33 anni, veniva riscontrata la presenza di diversi articoli in pessime condizioni di conservazione, maleodoranti, che colavano vistosamente liquidi su altri articoli sottostanti. Alla luce delle precarie condizioni generali delle derrate presenti e degli ambienti, è stato attivato l’intervento dei Carabinieri del Nas, Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Bologna, che da una preliminare verifica rilevavano un consistente numero di prodotti abbondantemente scaduti di validità (a cui peraltro risultava fraudolentemente apposta un’etichettatura fittizia previa abrasione dell’originale), l’assenza delle condizioni igienico sanitarie basilari per carenza di pulizia ordinaria e rispetto delle procedure di profilassi sanitaria. Visto quanto sopra i carabinieri hanno ritenuto di effettuare il sequestro dell’intero esercizio commerciale e delle derrate contenute (il cui valore complessivo è stimato in 800mila euro), così da procedere alla verifica dettagliata delle violazioni commesse dai gestori. A questi al momento è attribuita la responsabilità di frode in commercio e sono state anche contestate violazioni amministrative per complessivi 9 mila euro.
Sabato 13 aprile 2013